L’importanza di chiamarsi Ernesto

Venerdì 28 ottobre 2022 ore 21.00
INAUGURAZIONE DELLA STAGIONE TEATRALE

Teatrino della Fondazione de Felice
Palazzo Donn’Anna, Largo Donn’Anna 9

L’importanza di chiamarsi Ernesto
di Oscar Wilde
regia di Carlo Sciaccaluga
con Alessandro Balletta, Franco Nappi, Chiara Vitiello, Carolina Rapillo, Simona Pipolo, Roberta Frascati, Marco Serra

Evento in collaborazione con la Fondazione de Felice
Con il sostegno di BabelAdv, Edizioni JonglezCantine Mustilli e Gay Odin

I biglietti sono acquistabili sul sito all’indirizzo www.wunderkammernapoli.com e danno diritto al posto assegnato in base all’ordine di acquisto. È possibile acquistare il biglietto anche direttamente sul luogo la sera dello spettacolo, previa disponibilità di posti.

L’ingresso sarà consentito dalle ore 20.30.

Con il patrocinio morale del Comune di Napoli, della Città Metropolitana di Napoli, del FAI – Fondo Ambiente Italiano, dell’Accademia di Belle Arti di Napoli e dell’Ordine Architetti PPC di Napoli e Provincia.

Direzione artistica di Diego Nuzzo
Immagine grafica Alessandro Leone
Fotografo di scena Giancarlo de Luca

Evento realizzato con il contributo di InLight Beauty

L’Importanza di chiamarsi Ernesto è uno dei più grandi capolavori comici di tutti i tempi, con un titolo pressoché intraducibile in italiano, perché rendere l’assonanza tra l’inglese “earnest” (onesto) e il nome di battesimo “Ernest” è uno scoglio insuperabile. E quindi? E quindi, al netto della traduzione del titolo, in questa commedia non bisogna mai credere a niente e a nessuno. Perché la verità cambia a seconda di come i protagonisti la raccontano. Wilde critica ferocemente la società in cui viveva, e che neanche un anno dopo il debutto di Ernest lo processerà e condannerà.

Dentro la struttura della farsa, per cui le invenzioni comiche (e le risate) si susseguono fittissime, non ci sono sconti per nessuno: uomini, donne, convenzioni sul matrimonio, politici di destra e sinistra, femministe, sacerdoti. La commedia prende continuamente di mira la società che si autoconvince di essere virtuosa e benpensante, mentre in realtà è dura, fredda ed egoista.


Wilde attacca tutti, prende in giro tutti, e lo fa come solo lui sapeva fare, con un’intelligenza e un umorismo straordinari, che hanno influenzato tutto la comicità del Novecento: non ci sarebbero stati i Monty Python senza Oscar Wilde, e probabilmente nemmeno Quentin Tarantino.


Carlo Sciaccaluga