Dall’incontro tra due culture, quella galiziana e quella italiana nasce il nome del gruppo i cui membri hanno in comune l’amore per il mare e la passione per il jazz. Il concerto vedrà delle composizioni originali che creano un sound originale e unico.
Una formazione essenziale che esplora, tra corde e ance, il mondo del jazz senza perdere mai di vista le radici soul e blues della musica afroamericana: le esecuzioni di questo duo sono caratterizzate dal grande interplay, frutto di decenni di collaborazione.
Prendendo spunto dalla poesia di Prévert, si racconta la storia di una donna, giostraia o forse burattinaia sicuramente “disturbata” che con il suo armamentario di pentole, catini, mestoli e mastelli, gira tra le feste di piazza, le fiere, i mercati e i caravanserragli cercando disperatamente di appropriarsi di quegli spazi fisici e mentali posti ai margini della vita “normale”.
Composto da quattro brevi atti unici (“Le fiabe”, “Maria di Carmelo”, “Mal di denti” e “La telefonata”), l’opera racconta diverse tipologie della figura materna, una sola delle quali incarna il difficile compito di madre, mentre le altre sono mamme “diverse”, gelide, prese solo dal loro apparire.
In epoca elisabettiana era vietato alle donne l’andare in scena, ma sulla scia di fior di esempi (un famosissimo Amleto del 1899 con la divina Sarah Bernhardt ad interpretare il principe danese), in scena c’è una compagnia a predominanza femminile per ribaltare e shakerare il gioco scenico plurisecolare che questo testo rappresenta per tutti i teatranti da più di quattro secoli a questa parte, provando a percorrere il sentiero di un Amleto del cui suo dramma sarà lui stesso drammaturgo, regista e interprete: non è Amleto che scrive e indica cosa (e come) rappresentare ai Comici che arrivano a corte nel momento giusto in cui lui ha bisogno di una prova inconfutabile ed inoppugnabile di tradimento e colpevolezza dello zio-re Claudio? Ed ecco che, magicamente, il teatro arriva in soccorso. Come spesso accade, il teatro arriva in soccorso anche se costantemente sminuito, svilito, impoverito.
Wunderkammer per il Giorno della Memoria. Lo spettacolo è incentrato sulla personalità di Eichmann, e sulla relazione tra incapacità di pensare e mancanza di percezione delle proprie responsabilità, rintracciando nello strumento linguistico la possibilità di mentire a sé stessi, manipolando il linguaggio, o difendendosi dal pensare attraverso frasi fatte e slogan.
Alcune delle più celebri e amate canzoni napoletane tratte dal repertorio classico e moderno reinterpretate in chiave jazz. Da Reginella a Era De Maggio un riadattamento jazzistico di brani storici della musica napoletana che giura fedeltà alla classicità, e che rende le melodie assolutamente riconoscibili nonostante le rielaborazioni ritmiche e armoniche create dal trio di musicisti.
L'improvvisazione è il centro esplorativo dei tre musicisti che assumono su di sé decenni di esperienze intorno ai più vari linguaggi musicali. Giocando con l'improvvisazione, riannodano costantemente molteplici trame e stili musicali restituendone tutto il vissuto.
Da Autumn in New York a Central Park West percorrendo la 52nd street una cavalcata di brani che raccontano il jazz e la città “che non dorme mai”. La bellezza di New York negli standard più suggestivi della storia del jazz in un racconto tra musica, letteratura, miti e leggende metropolitane.
L'Importanza di chiamarsi Ernesto è uno dei più grandi capolavori comici di tutti i tempi, con un titolo pressoché intraducibile in italiano, perché rendere l'assonanza tra l'inglese “earnest” (onesto) e il nome di battesimo “Ernest” è uno scoglio insuperabile. E quindi? E quindi, al netto della traduzione del titolo, in questa commedia non bisogna mai credere a niente e a nessuno.